Da anni si associa la crisi economica italiana al costo del lavoro e non potrebbe essere che così se lo si confronta con quello delle maggiori potenze economiche e ancor di più con quello dei Paesi dove il costo del lavoro è addirittura a livelli inaccessibili visto che al lavoratore viene corrisposto un salario da schiavitù. Per tornare al nostro argomento per fare un’analisi più completa vale la pena porsi una domanda: siamo sicuri che non esistano altri costi aziendali, spesso nascosti, subdoli, che attingono nei vari costi di processo come veri e propri parassiti riducendo notevolmente al redditività e la corrispondente capacità competitiva sul mercato?
Si dice che Maria Callas per ridurre il proprio peso con grande eleganza bevve con un goccio di champagne una tenia diminuendo in 2 anni di ben 41 chili. Il principio importante è che Maria Callas sapeva di avere al suo interno un parassita che mangiava la maggior parte di quanto ingeriva, molti invece non lo sanno e lo scoprono dopo apposite analisi.
Se non si vuole che i parassiti nascosti prosciughino la nostra azienda è importante fare quindi opportune analisi rendendosi conti di quanti parassiti sono all’interno dei nostri processi.
Ad oggi la diminuzione dei costi è sempre passata da un controllo dei costi di cancelleria alla riduzione delle risorse umane con una perdita mai valutata di competenze (a questo proposito rimando ad altri specifici articoli su questo sito web). Non si può che applicare un’equazione tanto antica quanto semplice: non c’è lavoro di deve ridurre il personale. Come ridurlo? Questa è già una domanda difficile, ma putroppo per molti non vale la pena perderci molto tempo, si parte da quelle persone che non si riescono più ad occupare attivamente per arrivare ai manager più costosi, considerandoli come una spesa inutile di fronte ad un parco emergente di neolaureati a costi minimi, poco importa se ancora acerbi professionalmente. Un titolo, un ruolo e via allo sbaraglio e qualcuno ci assista.
Ma proviamo a ribaltare questa equazione pensando in modo creativo, lasciando per una volta perdere il pensiero comune, valutando se non valga la pena o non ci siano i presupposti per affrontare la situazione da un altro punto di vista.
Un mercato in crisi, maturo (ormai la maggior parte dei mercati è matura), non può essere affrontato in modo attivo piuttosto che passivo. No, non allarmatevi, non è il caso, non sto pensando ad investimenti nella vostra azienda, sto solo pensando di fermarsi il giusto tempo per riflettere se non ci siano margini di miglioramento dell’efficienza che ci potrebbe condurre ad essere maggiormente competitivi sul mercato.
E’ una strada che richiede coraggio perché sicuramente più complessa ma attenzione assai più redditizia per il futuro dell’azienda.
Dal seguente grafico su un asse delle ascisse temporale ed un asse delle ordinate pari alle quote di mercato si può valutare l’andamento medio delle due scelte strategiche: Rossa riducendo il personale, Verde riducendo i costi parassiti.
Con questo diverso approccio serve avere a fianco persone che abbiano una grossa conoscenza e competenza dei processi produttivi e di supporto dell’azienda perché dovranno farsi carico insieme ad un consulente esperto di procedere ad un’analisi dettagliata del flusso di valore. Perché parliamo di flusso di valore, semplicemente per il fatto che il punto di partenza è determinare il valore del prodotto/servizio offerto dalla nostra azienda.
Per capirci meglio diamo prima una semplice definizione di valore del prodotto.
Il valore del prodotto è l’insieme di quelle caratteristiche riconosciute essenziali e necessarie dal cliente, tutto ciò che non viene riconosciuto dal cliente come soddisfazione ad un proprio bisogno non ha valore in quanto il cliente non è disposto a pagarlo.
A questo punto serve partire con l’analisi dal cliente, valutando attraverso ricerche di mercato e con interviste quali siano i bisogni che devono essere soddisfatti dal prodotto/servizio e che gli danno pertanto valore. E’ un processo a ritroso che serve a definire le funzionalità a valore del prodotto ed individuare in tal modo quali componenti sono coinvolte.
Parlando con alcuni studi commerciali, mi facevano notare come molti dei loro clienti fossero sordi ai loro consigli di ottimizzare i costi senza cannibalizzare le competenze e le professionalità interne, riconoscendole come valore aziendale e non come costo. In questo confronto ho trovato molto interesse da parte loro su questo diverso approccio di ottimizzazione dei costi partendo dalla riduzione di tutte quelle attività che non creavano valore al prodotto/servizio.
Ma dopo questo inciso facciamo un ulteriore passo nell’approfondire il valore del prodotto/servizio, vi giuro è l’ultimo approfondimento su questo concetto anche se molto altro ci sarebbe da dire, ma esula dai fini di questo articolo. Non tutte le funzionalità a valore individuate hanno lo stesso peso alcuni hanno un peso maggiore rispetto alle altre in senso che hanno per il cliente una maggior importanza. Dare un peso alle funzionalità a valore è quindi importante.
Vediamo a questo punto, per ciascuna funzionalità, come l’Azienda è posizionata nel mercato di riferimento. Un esercizio importante perché ci fa comprendere dove il nostro prodotto servizio sia più o meno competitivo e soprattutto come è posizionato in quelle funzionalità che il mercato (cliente) ritiene più importante (peso maggiore).
Questo diagramma ci offre una chiara visione di come siamo posizionati con il nostro prodotto servizio rispetto alle funzionalità a valore.
Non ci resta ora che andare ad individuare i parassiti per distruggerli o renderli inermi. Quali parassiti possiamo incontrare sulla nostra strada:
Per individuare questi costi inutili dobbiamo fare nell’analisi un percorso inverso rispetto a quello precedente della definizione del valore del prodotto. Partiremo dai fornitori di risorse prime o semilavorati e valuteremo uno per uno i processi presenti nel flusso a valore cioè il flusso che genera il prodotto/servizio.
Chiaramente in questo lavoro di analisi servono principalmente due figure professionali, che speriamo l’azienda non abbia perso usando malamente il macete nel tagliare teste. Una prima figura professionale deve avere una visione d’insieme dei flussi dei processi l’altra figura dovrà invece conoscere molto bene le attività del processo.
Queste competenze sono fondamentali per verificare e individuare:
o Attività lavorative
o Trasferimenti
o Controlli
o Rilavorazioni
Questo breve e non esauriente elenco ci fa già capire quanti parassiti possiamo individuare e combattere per migliorare le inefficienze di produzione con conseguente miglioramento:
Questo approccio che molte medie e grandi aziende hanno già affrontato ottenendo risultati più che soddisfacenti, deve essere intrapreso anche dalla piccole/medie imprese che possono affrontare meglio unendosi in rete ed affrontando sia individualmente che come rete l’obiettivo di una maggiore efficienza e competitività.
Non esiste un’unica soluzione, ma ne esistono più d’una.
Vale la pena verificare l’applicabilità di ciascuna di esse a volte la più scontata è la più dannosa.
Non sempre le soluzioni più facili, più ovvie o più utilizzate sono le più corrette, bisogna togliere la pigrizia di esplorare nuove strade, a volte si scoprono situazioni inimmaginabili.
Autore
Livio Lavelli