Livio Lavelli | ll consulting | 5 febbraio 2014
Qual è il rapporto tra ICT e strategia e organizzazione d’impresa? E’ un rapporto subordinato ed in questo caso chi è subordinato all’altro? Un imprenditore deve essere trainato dalle proprie idee o dalla tecnologia avanzante che gli consente di automatizzare i processi aziendali?
Queste ed altre domande possono sorgere quando l’impresa deve confrontarsi con le tecnologie informatiche e di comunicazione e i propri sistemi informativi.
La restrizione del mercato, la diminuzione del vantaggio competitivo, la necessità di costituire reti di impresa, l’esigenza di fare efficienza nei processi aziendali non possono disinteressarsi delle nuove tecnologie informatiche che sempre più prepotentemente si affacciano soprattutto nelle comunicazioni.
L’impresa che non è in grado di raccogliere e dare informazioni sul mercato in tempi brevi ed in modo efficace, risulta essere debole rispetto alla concorrenza più sensibile a questo fattore. Non si può pensare ai giorni nostri che una buona gestione delle informazioni e dei dati veloce, efficiente ed efficace non sia un fattore critico di successo che può aiutare ad un maggior vantaggio competitivo.
Avere dati aggiornati, saperli gestire e utilizzare quale valore informativo e fondamentale per raggiungere gli obiettivi strategici è la sfida che deve porsi un’impresa che vuole superare la stretta provocata da questa crisi profonda.
Da dove partire? Da un’analisi approfondita dello stato dell’arte dei sistemi informativi nell’impresa e della loro capacità di affrontare le necessità aziendali? Da una valutazione del mercato delle nuove tecnologie, per una loro immediata applicazione in grado di risolvere eventuali gap informatici? Vale la pena fare una strategia ed adeguare poi le tecnologie informatiche al piano strategico?
Sono domande importanti che prevedono scelte e soluzioni diverse alcune delle quali nascondono degli insidiosi trabocchetti.
La scommessa di un mercato globalizzato dove anche le imprese piccole di vedono costrette ad affrontare non senza problemi i mercati esteri, iniziando attività di export, non può tralasciare l’uso di tecnologie avanzate di comunicazione e di gestione dei dati.
La quantità di informazioni che un’impresa ai giorni nostri deve gestire sta aumentando in maniera esponenziale e non possiamo più pensare che basti carta e penna.
Di questi argomenti parliamo in questo articolo nei prossimi capitoli.
ICT e Impresa in tempi di crisi3
Il ruolo del CIO .. 9
La nuova visio: obiettivi e strategia. 12
Valutazione necessità di strumenti ICT. 12
Verificare lo stato dell’arte dei propri sistemi informativi13
Definire gli investimenti opportuni in ICT. 13
Operare le opportune azioni marketing. 14
Definire indicatori chiave. 14
La crisi economica impone alle imprese un controllo dei costi e degli investimenti. Non sempre i tagli vengono fatti in maniera oculata e a volte non si tiene conto della strategicità di alcune voci di costo o di alcune funzioni.
Insieme alla formazione delle proprie risorse umane, si è verificato negli ultimi anni anche un taglio di investimenti sui sistemi informativi e di telecomunicazione.
Il primo commento a questa scelta si fonda sul naturale ma errato comportamento schizofrenico dell’imprenditoria favorito anche da una stretta creditizia. In una situazione di estrema urgenza a volte non è consentito prendere decisioni basandosi su un’approfondita analisi, ma ciò non consente di prendere decisioni corrette e proiettate verso un obiettivo futuro.
Mai come in questi ultimi anni si usa il termine obiettivo, questo perché si è cambiata la visione di gestione dell’azienda passando da una conduzione dettata dalla quotidianità degli ordini e della produzione avvalendosi principalmente sul fiuto agli affari, ad una gestione dell’azienda mirata ad obiettivi precisi e misurabili che indicano la strada da percorrere e le azioni corrispondenti necessarie.
In questa visione strategica che deve comunque essere mantenuta anche durante un periodo di crisi, che porterà al più a rivedere gli obiettivi adeguando quelli più ambiziosi, l’ICT non deve essere dimenticata come risorsa strategica insieme alle competenze delle risorse umane.
Questo insieme complementare Uomini/Tecnologia Informatica è il cuore pulsante dell’azienda che consente di raccogliere il dato, gestirlo, presentarlo, analizzarlo, e di conseguenza prendere le decisioni.
Si dice che il tempo è denaro, figuriamoci quindi in una crisi economica che valore assume il tempo. Usare il tempo per gestire i dati, sbagliare le decisioni creano una perdita di tempo considerevole e di conseguenza uno spreco di denaro non indifferente.
La miglior azione che può essere fatta quindi in tempi di crisi è rendere più efficiente ed efficace il flusso di informazioni. Per raggiungere questo obiettivo non si possono tralasciare le tecnologie informatiche e di comunicazione. Il ruolo della direzione o della proprietà è quella di confrontarsi con il CIO per avere il suo supporto nell’individuazione dei miglioramenti dei sistemi informativi interni per adeguarli alle strategie dell’azienda.
Il dramma di fermare gli investimenti in ICT è accentuato dal fatto che stranamente in questi momenti di crisi le nuove tecnologie crescono ancora in maniera esponenziale offrono soluzioni e risposte continue all’avanzamento delle necessità di un mercato ormai globale. Questa situazione rende estremamente deboli quelle aziende che riducono i loro budget di investimento in ICT perché le rendono deboli rispetto a quelle che hanno fatto gli opportuni investimenti. Tale gap di innovazione informatica non è poi facilmente recuperabile e necessità di uno studio approfondito con il CIO per valutare quali novità delle tecnologie informatiche sono opportune per recuperare il tempo perduto.
Ricordiamoci che mai come nei momenti di crisi nasce la necessità di ristrutturazione delle aziende, ristrutturazioni che riguardano più settori: acquisti (Supply Chain Management), produttivo (Lean manufacturing e Just in Time), marketing commerciale, amministrativo, servizi; tutte queste ristrutturazione non possono sfuggire ad un cambiamento e ad un ammodernamento dei sistemi informativi e dei servizi da essi forniti.
Il seguente grafico descrive la tendenza degli investimenti in diverse situazioni di crescita del mercato rispetto all’evoluzione tecnologica dei sistemi informativi. Come si può notare
l’ICT
guidato dall’evoluzione continua della ricerca in nuove tecnologie e dallo sviluppo di nuove modalità di produzione ha una crescita quasi esponenziale ed è in grado di fornire soluzioni sempre più evolute e performanti che ben si adattano al miglioramento delle competitività di un’azienda sul mercato sia in termini di efficienza che di qualità e novità dei prodotti/servizi offerti. Le origini di questa crescita sembrerebbero non prettamente legate alla crisi dei mercati. Il motivo fondamentale è che le novità che ha presentato, che sta presentando e presenterà aprono di fatto nuove tipologie di mercato.
Differentemente le maggiori aziende manifatturiere subiscono invece la crisi dei mercati, i prodotti consolidati subiscono la depressione economica, sono maggiormente legati alle regole del mercato e della concorrenza, spesso infatti sono posizionati in mercati maturi.
Di fronte a tale crisi la risposta più semplice e che comporta meno rischi è un controllo dei costi e quindi anche degli investimenti. Le riduzioni degli investimenti si sono focalizzate purtroppo anche pesantemente sulle tecnologie ICT. Di fronte ad una richiesta di investimenti che seguisse la crescita delle tecnologie disponibili, le aziende hanno operato invece investimenti in linea alla loro crescita.
Per molti questa strategia di investimento non aveva altre soluzioni, ma questo pensiero di per se è limitante perché non valuta il vantaggio competitivo che potrebbe fornire il rischio di un investimento in ICT. Aziende che hanno creduto nello sviluppo dei loro sistemi informativi hanno avuto benefici tali da consentire uno sviluppo anche in tempi di crisi economica.
Nel prossimo grafico si può notare come in tempi di crisi, per quanto finora detto, investimenti inadeguati in ICT provocano comunque uno svantaggio competitivo pericoloso soprattuto nel caso un’azienda operi su un mercato maturo.
Una situazione di crisi si impone uno sforzo di riorganizzazione e ristrutturazione che richiedono una dovuta accelerazione ai sistemi informativi interni coerente con le nuove opportunità offerte dalla forte evoluzione delle tecnologie informatiche.
Le aree in cui l’ICT diventa strategico per migliorare il proprio vantaggio competitivo si individuano in:
1. Gestione
2. Informazione
3. Comunicazione
Probabilmente la prima area è quella che ha visto negli ultimi anni maggiori investimenti. Si pensi alle necessità di gestione dei clienti e dei risultati commerciali, della gestione della pianificazione della produzione e della gestione degli approvvigionamenti, della gestione del magazzino, e l’ormai rodata gestione informatica dei dati fiscali e finanziari.
Non si deve pensare comunque che in quest’area non possano esserci margini di crescita, molte aziende non si sono dotate o sono addirittura ancora ignari di sistemi come il CRM, l’ERP, ecc. E’ necessario focalizzarci sul fatto che la cultura informatica di gran parte delle imprese medio piccole è quella di avere uno strumento che gli risolva qualche problema immediato di archiviazione e rielaborazione di quei dati la cui quantità non gli consente più di gestirli con carta e penna. Del resto i primi software entrati in questo tipo di aziende non sono altro che strumenti di fatturazione e contabilità, necessità primarie per la conduzione economica e fiscale della loro impresa.
Sorge pertanto la necessità di informare questi imprenditori delle potenzialità che hanno alcuni strumenti di cui non sono dotati, facendo notare i vantaggi nella gestione ed il controllo della propria impresa. Chi ha questo compito? Se non si è dotati di una struttura EDP con un proprio responsabile questo compito spetta ai consulenti e non ai venditori di software che come sappiamo hanno, come è naturale, la predisposizione ad offrire un prodotto e non una soluzione mirata a seguito di una corretta analisi dell’organizzazione e delle necessità dell’impresa.
In questa fase l’ICT non è certo ancora posizionata come fattore strategico.
Un buon sviluppo dei sistemi informativi nell’area gestionale consentono di avere un buon controllo della propria azienda avendo un quadro di indicatori che consentono di verificarne l’andamento economico. Se in tempo di mercato florido tutto ciò potrebbe bastare per mantenere la propria azienda sul mercato con un atteggiamento comunque passivo e conservativo, in un periodo di crisi non è sufficiente. Valutare costantemente dei dati negativi avremo la percezione che le cose non stanno andando per il meglio, ma non certo le informazioni sufficienti per cambiare strategia.
Se riteniamo corretto che la strategia sono una serie di azioni che consentono di portare l’azienda da un punto di partenza ad un punto d’arrivo che è l’obiettivo da raggiungere, possiamo approfondire perché l’ICT diventa un fattore critico di successo per quella strategia.
Lo sforzo che viene richiesto a passare da una visione dell’ICT come strumento da utilizzare al momento del bisogno ad un’altra dove la divisione sistemi informativi diventa un fornitore di servizi strategici all’azienda: un’azienda nell’azienda.
Con questa nuova visione diventa fondamentale una condivisione delle nuove strategie con il CIO consolidando l’area gestionale compresa la condivisione dei dati in rete e valutando gli investimenti in strumenti ICT per l’informazione e la comunicazione che consentono dinamiche competitive fondamentali nel mercato di riferimento.
Due componenti non sono mai stati così fondamentali in un mercato globale: l’informazione e la comunicazione.
Sembrano in se due componenti simili ma in effetti hanno una diversa valenza. Una buona informazione consente di essere aggiornati sulle mutazioni del mercato, sulle nuove esigenze del cliente, su come si sta muovendo la concorrenza e sulle opportunità offerte dalla ricerca scientifica.
Tutte queste informazioni sono basilari per prendere decisioni corrette e devono essere comunicate e condivise all’interno dell’organizzazione. Quello della comunicazione assume un aspetto importante ma complesso nella sua gestione. La complessità è direttamente proporzionale alle dimensioni e all’articolazione dell’organizzazione.
Per quanto detto si può concludere come queste due componenti diventino fattori critici di successo e per la loro gestione serve l’uso di tecnologie ICT avanzate ed un loro impiego che ben si adatti al tipo di organizzazione dell’azienda oltre che ai suoi obiettivi futuri. In questa attività diventa fondamentale il ruolo del CIO (Chief Information Officer)
L’informazione ha lo scopo di raccogliere tutte le informazioni provenienti dal mercato:
· per potere individuare nuove opportunità,
· valutare il proprio posizionamento rispetto ad esse,
· porsi l’obiettivo di posizionarsi sul mercato nel migliore dei modi per cogliere i maggiori risultati da queste opportunità,
· preparare una strategia che dovrà comunque alimentarsi continuamente di informazioni quali feedback sulle azioni svolte dal mercato,
· posizionarsi rispetto alla concorrenza
· valutare il proprio margine competitivo.
La comunicazione ha lo scopo di distribuire le informazioni raccolte più quelle relative ai mutamenti strategici che sfociano in mutamenti organizzativi, di processo, di procedure e a volte di prodotto, con comunicazioni alle diverse funzioni di quelle informazioni o aggiornamenti di loro competenza.
In quest’ottica ci si accorge di quanto sia fondamentale affrontare un mercato anche e soprattutto in tempi di crisi rivalutando la funzione di Informatione & Communication Tecnology e conseguentemente del responsabile di funzione.
Cosa significa oggi essere CIO? Quali difficoltà si incontrano nell’approcciare la direzione? Qual è la concezione del ruolo del CIO nella direzione? Quanto al giorno d’oggi è coinvolto nelle scelte strategiche?
Rispondendo a queste domande si può meglio definire quale ruolo oggi svolge e quale ruolo dovrebbe svolgere.
Il seguente grafico risponde alle domande individuando la trasformazione del ruolo del CIO in base all’evoluzione in azienda dei bisogni informativi in sintonia con la propensione di fare strategia.
Come si può notare in una prima fase, dove l’azienda non è guidata in modalità strategica, ma cerca di rincorrere il mercato senza porsi obiettivi di media e lunga durata, un po’ come vivere alla giornata, il massimo richiesto alla funzione sistemi informativi è la buona gestione dei dati. In questo caso al Responsabile CIO si richiede principalmente una buona qualità del servizio attraverso una buona gestione della propria funzione. Non viene riconosciuto alcun valore aggiunto di eventuali fasi consulenziali sulle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie, anzi viene misurato sulla qualità del servizio in rapporto a bassi costi in tecnologia. A tal proposito gli viene richiesta una buona manutenzione dei sistemi informativi in essere. In questa fase gli unici investimenti riconosciuti sono quelli di aggiornamento dei software.
Nella seconda fase nasce l’esigenza di migliorare gli aspetti comunicativi e quindi le reti. E’ interessante notare come gran parte degli imprenditori e manager con una bassa alfabetizzazione informatica, considerano una accesso alla rete internet come un sviluppo del loro ICT verso le comunicazioni in rete. L’unico vero problema su cui si interrogano è la sicurezza dei loro dati e quindi la disponibilità ad investire per far sì che qualcuno non vi possa accedere. La sicurezza è un aspetto importante che come sappiamo coinvolge parecchie situazioni che devono essere analizzate da tecnici competenti. Già in questa fase l’aspetto consulenziale del CIO comincia ad assumere un ruolo rilevante, infatti dovrà suggerire gli strumenti più adatti per creare una rete sicura, definire e suggerire la miglior architettura che consenta una comunicazione efficace, dovrà infine collaborare con la direzione per definire le politiche e le modalità di distribuzione delle informazioni aziendali. Il tutto ha uno scopo ben preciso far sì che l’informazione sia presente laddove si rileva necessaria.
La terza fase, quella che stiamo vivendo oggi, consiste nella gestione delle informazioni di mercato, il vero tesoro che consente ad un’azienda di definire strategie vincenti anche in periodi di crisi.
Le nuove tecnologie ICT basate sulla rete internet ha dato la possibilità di accedere ad una quantità di informazioni che pensare di poterle gestire senza strumenti opportuni equivarrebbe pretendere di inserire la nostra galassia in uno zaino. Non possiamo credere che non servano competenze specifiche che consentono di raccogliere le informazioni valutarne l’interesse specifico, categorizzarle e distribuirle alle funzioni opportune dell’azienda.
Quali informazioni possono essere fondamentali per l’azienda? Dipende. Per dare una risposta a questa domanda è necessario che l’azienda abbia prima chiaro il mercato, le proprie potenzialità e risorse, la capacità attuale di gestire le informazioni e l’obiettivo e la corrispondente strategia. In tutto questo si erge a ruolo primario quello del CIO che deve essere coinvolto sia negli aspetti strategici, sia in quelli organizzativi e gestionali.
Se facciamo un’analisi dell’attuale ruolo del CIO, ci accorgiamo di quanto siamo distanti da questa terza fase. La verità è che ancor oggi l’ICT viene considerato un insieme di strumenti software che possono aiutare a elaborare dati e a fornire dei report di sintesi siano essi necessari all’interno dell’azienda o per fornire output richiesti dalle normative. Serve a questo punto un cambio netto di mentalità considerando l’ICT un propulsore per la crescita dell’azienda nel mercato.
Come concretamente cambiare questo modus operandi? In questo paragrafo propongo una mia personale modalità (non mi sento di definirla metodologia anche se ne ha le caratteristiche).
Le fasi principali di questo metodo possono essere riassunte in:
1. Analizzare il mercato
2. Definire gli obiettivi e la strategia
3. Valutare le necessità ICT
4. Verificare lo stato dell’arte del proprio ICT
5. Definire gli investimenti opportuni in ICT
6. Raccogliere, valutare e distribuire le informazioni
7. Operare le opportune azioni marketing
8. Definire degli indicatori chiave
9. Verificare i risultati
10. Rimodulare obiettivi e strategia.
Una verifica della posizione dell’azienda sul mercato, un’analisi delle potenzialità, un’approfondimento sulle nuove soluzioni da proporre, una valutazione creativa per l’individuazione di future opportunità, son gli ingredienti per definire gli obiettivi futuri.
Seppure in una crisi economica esistono aziende che hanno individuato spazi nel proprio mercato che hanno consentito successi tangibili, nel caso l’analisi del mercato non dia grandi aspettative è opportuno verificare se le potenzialità e le risorse della propria azienda non possano essere impiegate per affrontare nuovi mercati, operando azioni di riconversione e ristrutturazione.
Qualsiasi siano i risultati, lo scopo principale è avere una chiara visione di quello che dovrà essere la nostr azienda nel futuro. Questa resta l’unica soluzione per passare dalla sopravvivenza alla crescita.
Non ci si può permettere di sopravvivere, la politica di riduzione dei costi senza una strategia adeguata per una crescita futura corrisponde ad una lenta agonia.
Dall’analisi del mercato si devono cogliere tutte le opportunità e definire degli obiettivi futuri, il punto di arrivo della nostra azienda perché possa recuperare o migliorare il proprio vantaggio competitivo. A questo proposito rimando il lettore all’articolo Concetti di Strategia Aziendale.
Avere una chiara visione (Visio) di cosa dovrà essere la nostra azienda nel futuro ci consente di definire un’opportuna strategia, quella serie di azioni che indirizzerano l’azienda verso l’obiettivo definito.
Queste azioni coinvolgeranno una revisione e aggiornamento dei processi, delle procedure e la definizione di nuovi indicatori.
Durante questa attività si prenderà coscienza della necessità di alcuni presupposti: competenze (vedi articolo Risorse Umane: fattore critico di successo in tempi di crisi economica); risorse e strumenti tra i quali emergono prepotentemente quelli ICT.
Le sfide richieste dai mercati, i presupposti per la gestione di informazioni e dati in crescita esponenziale obbligano a rivedere i bisogni di strumenti informatici e di telecomunicazioni non solo a livello hardware ma anche e soprattutto a livello software. Il ruolo dell’ICT diventa preponderante per il raggiungimento degli obiettivi in quanto la sfida si allarga ad un mercato globale, complesso e intrinsicamente regolato da continui flussi informativi.
La gestione efficiente ed efficace dei flussi informativi consentono di avvantaggiarsi rispetto alla concorrenza.
La consulenza e le competenza del CIO sono pertanto in questa fase fondamentali, perché aiutano a definire al meglio quale evoluzione devono avere i sistemi informativi interni.
Si tratta di fare un’attenta valutazione delle caratteristiche dei propri sistemi informativi, della loro attualità e potenzialità. Questa verifica viene svolta dal CIO che è in grado di frnire alla direzione un riepilogo dettagliato di quali servizi è in grado di fornire la presente architettura dei sistemi informativi.
Dal confronto tra lo stato dell’arte dei sistemi informativi e le necessità individuate a seguito degli obiettivi e delle strategie adottate, si definiscono gli investimenti necessari per colmare il gap che si possono presentare ingenti in diretta relazione con il livello degli obiettivi prescelti.
Non potendo contare su risorse illimitate un’azienda deve scegliere e pianificare gli investimenti in maniera opportuna e comunque congruentemente alla strategia adottatata. In questa attività è fondamentale l’intervento del CIO che deve definire una priorità nella pianificazione degli interventi in modo che siano presenti gli strumenti iCT necessari per ogni azione strategica programmata.
La valutazione deve basarsi su tre aree di intervento: software, network e applicazioni nel mondo internet.
I software dovranno adattarsi ai nuovi processi e alle nuove procedure. In questo caso si dovrà decidere su aggiornamento del software esistente o acquisto di nuovo software considerando i costi derivati per la formazione degli utenti.
Il network dovrà essere in grado di gestire la distribuzione delle informazioni necessarie alle varie funzioni, alla condivisione dei dati e alla gestione delle comunicazioni. In questo caso va valutata la potenzialità dell’attuale rete per verificare che sia in grado di amministrare l’intera quantità di dati informativi e il loro corretto indirizzamento.
Le applicazioni sulle reti internet, coinvolgono maggiormente il posizionmento dell’azeinda sul mercato. In questo caso bisogna dividere tra applicazioni di inbound e di outbound delle informazioni. Per capire questa differenza basiamoci sui concetti di inbound e outboudn marketing.
Con inbound marketing si definiscono tutte le attività atte ad attrarre i clienti, a far si che i clienti vedano e trovino l’azienda.
Con outbound marketing intediamo tutte le attività che cercano i clienti con azioni promozionali o di pubblicizzazione dell’azienda.
Possiamo quindi definire in ambito ICT che le applicazioni inbound sono quelle che web marketing legate ad esempio al mondo social, alla presenza sui motori di ricerca, ecc., mentre quelle outbound si possono considerare quelle particolari applicazioni di advisoring, di presenza promozionale sui siti e-commerce o e-procurament, ecc.
Insieme ad esse non va poi dimenticata l’azione di raccolta di informazioni relative alla concorrenza utilizzando i comuni strumenti di ricerca automatica nel mondo web. Molto interessante è l’uso di strumenti automatici di ricerca di informazioni utili sui forum di opinione per il mercato di appartenenza.
La quantità di ifnormazioni raccolte deve essere elaborata e suddivisa per funzione in base al loro contenuto informativo. L’attività di distribuzione delle informazioni deve essere svolta con il contributo dei responsabili di funzione insime al CIO.
Come abbiamo precedentemente detto, con opportuni strumenti ICT è possibile procedure a nuove e opportune azioni marketing.
Il marketing strategico trarrà vantaggi dalla raccolta di informazioni relative al mercato, alle nuove tecnologie in arrivo sul mercato come fonte di opportunità, al mutamento dei fabbisogni e delle aspettative dei clienti, alle strategie adotate dalla concorrenza.
Il marketing commerciale potrà servirsi di tutti gli strumenti di web marketing sia in inbound che in outbound, favorendo una miglior commercializzazione dei prodotti, l’incremento delle opportunità di vendita e la possibilità di aprire nuovi mercati.
Non c’è piano strategico che non possa avere bisogno di indicatori chiave che consentano in verificare il buon andamento delle scelte fatte o il discostamento dagli obiettivi prefissati. In questa fase l’ICT è un utile aiuto per la rielaborazione dei dati, nel calcolo e nella presentazione degli indicatori di performance che verranno definiti.
La definizione degli indicatori è un compito primario e delicato che deve essere eseguito con profondo impegno valutando i fattori critici di successo della nostra strategia e definendo per ciascuno di essi uno o più indicatori. In questa fase è opportuno che il CIO segua questa fase se non altro per garantire la realizzabilità di un indicatore in base ai dati in possesso al Sistema Informativo in essere.
Considerando poi gli investimenti in ICT che dovranno essere compiuti, si presenta anche la necessità di tenere monitorati i nuovi servizi forniti dalla funzione sistemi informativi; pertanto anche in questo caso si ritengono necessari degli indicatori che possano tenere sotto controllo la qualità e l’efficacia dei servizi resi rispetto alle nuove esigenze dell’azienda.
La valutazione degli indicatori ci consentono una verifica dei risultati raggiunti e del loro discostamento rispetto a quelli attesi. Questa fase è molto delicata, perché da essa si raccolgono gli input per le correzione ed i miglioramenti di apportare in quello che deve diventare un ciclo virtuoso per il successo dell’azienda.
Quanto esposto non vuole avere la pretesa di dare una risposta alla domanda iniziale di questo articolo “ICT Guida o Strumento”, ma piuttosto l’intento di spargere dei semi, dei concetti e a volte delle provocazioni con le quali far crescere una nuova visione dell’ICT come un attore fondamentale nella strategia e nello sviluppo dell’impresa.
Paradossalmente l’ICT potrebbe non essere necessario al successo dell’impresa, in quanto il mercato non segue le regole della ricerca tecnologica ma quelle commerciali, pertanto l’applicazione delle tecnologie informatiche dovrebbe continuamente rincorrere le mutazioni delle leggi di mercato per recuperarne i ritardi.
Questo paradosso è solamente parte di una visione vecchia dell’ICT, serve un nuovo pensiero nell’impresa dove viene rovesciato il concetto dell’ICT come strumento, promuovendolo invece come propulsore di un insieme di opportunità che possano guidare le strategie dell’impresa per il raggiungimento degli obiettivi.
Questa è la vera sfida che il futuro ci impone.