Indutry 4.0 è un termine che ultimamente si incontra nelle attività lavorative e anche nella nostra vita privata. Un termine di cui a volta si abusa o si cerca di utilizzare senza avere una visione chiara ed esaustiva di cosa sottintende. Con questo termine spesso si incontrano altri concetti come quello dell’Internet of Things o di Smart Factory e tutto ciò rende la situazione più complessa e di difficile interpretazione confondendo concetti diversi in un unico argomento. Tutto ciò porta a utilizzare un termine o l’altro per indicare questa evoluzione ai più sconosciuta.
Vediamo di fare un po' di chiarezza superando la credenza atavica e tipica del comportamento umano che non condividere la conoscenza e mantenere l’ignoranza crea i presupposti di una supremazia.
Industry 4.0 corrisponde in italiano alla IV rivoluzione industriale. Questo ci fa capire che siamo di fronte ad un aspetto filosofico o ancora meglio ad una nuova era di fare impresa. Ciò comporta il fatto che non possiamo vedere l’Industry 4.0 come un sistema già strutturato da applicare, ma piuttosto ad un nuovo modello da realizzare con un insieme di tecnologie, processi e modifiche organizzative abilitanti.
Questo modello si basa sull’integrazione spinta in una rete globale di dispositivi, macchine, uomini che si scambiano grosse quantità di dati al fine di migliorare l’efficienza, abbattere i costi, migliorare i flussi, aumentare la sicurezza, migliorare l’impatto ambientale attraverso strumenti di analisi complessi che in tempo reale consentono controlli ed interventi e in fasi successive di predire situazioni impreviste e/o negative sulle quali intervenire.
Questo modello si declina poi in tutta una serie di aggiornamenti alle attuali modalità di gestione dell’azienda in tutti i suoi aspetti, partendo dalla catena del valore (progettazione, acquisti, produzione, distribuzione, assistenza) fino alle funzioni di vendita, della gestione delle risorse umane, della finanza e dell’amministrazione, del controllo di gestione.
Ma da dove nasce questo modello? Nasce dalla forte evoluzione delle tecnologie di comunicazione basate sulla rete internet che consentono un più semplice interfacciamento dei dispositivi e il trasferimento di grosse quantità di dati. In estrema sintesi ci si rifà all’estensione di internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti che ha assunto il termine inglese di IoT Internet of Things.
L’IoT come detto comporta la rilevazione di una grande quantità di dati (Big Data) che ha richiesto lo sviluppo di tutta una serie di tecnologie informatiche che possano consentire la loro archiviazione, gestione e analisi. Gli strumenti di analisi di grosse quantità di dati hanno permesso una migliore valutazione secondo ricerche mirate dando la possibilità di analisi approfondite e predittive per supportare in maniera ottimale le decisioni. Tutto ciò è compreso nel mondo Cloud che continua ad arricchirsi di strumenti a cui gli utenti possono accedere a costi variabili contenuti evitando grossi investimenti in ICT.
L’Industry 4.0 si basa quindi sull’IoT che può avere applicazioni diverse e non solo nel mondo industriale. In quest’ultimo caso prende diverse forme rispetto al campo di applicazione:
La Smart Factory o Fabbrica intelligente si basa su un modello di alta integrazione macchina – macchina, macchina – uomo e macchina – funzioni aziendali relative alla catena del valore, più un’integrazione verticale con le funzioni di struttura. Con la raccolta e l’invio di dati o informazioni più complesse si tende a raggiungere un controllo centralizzato che fornisca in tempo reale la possibilità di verificare il corretto funzionamento dei processi produttivi e la loro efficienza, di intervenire al momento del bisogno, di rilevare informazioni sul funzionamento dei prodotti distribuiti, attivare opportunamente i servizi di assistenza e di realizzare in tempi brevi gli aggiornamenti al prodotto per essere applicati alle linee di produzione in tempi più rapidi. L’analisi a posteriori dei molti dati raccolti consente infine di avere un quadro aggiornato e predittivo dell’andamento dell’intera azienda.
Le Smart Machines sono macchine intelligenti di nuova tecnologia dotate di una serie di dispositivi che consentono di inviare e ricevere dati e di adeguarsi alle lavorazioni in base alle informazioni fornite dagli stessi prodotti in lavorazione.
Gli Smart Products hanno un’intelligenza applicata tramite la tecnologia RFID che si sviluppa in due ambiti: quello di produzione dove forniscono informazioni alle Smart Machines delle lavorazioni che devono essere svolte sul pezzo, quello di field (prodotto venduto e in fase di utilizzo) dando feedback relativi al funzionamento al produttore per poter verificare il corretto funzionamento, lo stato d’usura per programmare la manutenzione, oppure la necessità di aggiornamenti dovuta ad errori di progettazione.
Le Smart Storage Facilities si basano sulla gestione intelligente dei magazzini. Sempre con le tecnologie RFID si possono migliorare notevolmente tutte le attività di stoccaggio, di inventario, di posizionamento, di rilevazione delle situazioni ambientali (umidità, temperatura, ecc.), del prelievo attraverso macchine di sollevamento intelligenti o strumenti per facilitare il prelievo umano.
Lo Smart Supply Chain Management nasce dall’integrazione spinta delle Smart Storage Facilities con strumenti quali i sistemi ERP e con le linee di produzione. Sono fortemente basate sul sistema di gestione degli ordini e della programmazione della produzione. E’ il caso di segnalare che una Smart Factory tende per le sue caratteristiche ad avvicinarsi ad un sistema Just in Time, per questo motivo il supply chain management deve essere altamente efficiente ed efficace.
Non resta che concludere chiedendosi perché adottare un modello così complesso e la risposta viene dalla grossa evoluzione in atto governata non solo dalle nuove tecnologie, ma anche dal mutamento delle logiche di mercato. Possiamo sintetizzare come segue.
Il continuo incremento della complessità del sistema industria ha superato le abilità degli uomini di riconoscere e indirizzare la sua efficienza.
Le macchine operano ben al di sotto delle loro potenzialità ciò crea un incentivo all’applicazione di nuove soluzioni.
I costi della tecnologia e della condivisione di dati in rete ha avuto una drastica riduzione dei costi facendo sì che possa essere applicata su larga scala.
Resta a questo punto una sola decisione, se adottare questo modello iniziando per fasi a digitalizzare la propria impresa oppure pensare che sia tutto un bluff e quindi continuare con il vecchio sistema industriale. A ciascuno la propria scelta. Un solo consiglio valutatela molto bene.