Il cambiamento ha sempre fatto parte della storia dell’umanità, ma nell’ultimo secolo ha raggiunto una velocità tale che ha inizialmente creato i presupposti di un consistente sviluppo economico ma successivamente ha imposto la globalizzazione che è la base del cambiamento di sistema in atto. Dobbiamo infatti parlare di cambio di sistema e non di crisi economica; una crisi economica ha una durata limitata nel tempo un cambiamento come quello in atto è molto più duraturo e richiede un’azione di adeguamento.
In questo panorama ci si pone la domanda di quali siano le azioni migliori da intraprendere, consci che la l’inazione non fa altro che peggiorare la situazione. La domanda non è di facile soluzione soprattutto perché va in contrasto con le convinzioni dettate da anni di successo.
In questo articolo andremo ad approfondire un tema complesso perché fa parte di una cultura consolidata delle PMI: l’individualismo.
Usciamo da una logica estremamente concorrenziale in mercati conosciuti dove le variabili in essere erano mantenere al fedeltà dei clienti acquisiti, la conquista di nuovi mercati in base al prezzo, la referenzialità del passa parola, la conoscenza dei concorrenti nelle loro potenzialità e nei loro limiti, variabili che hanno subito il passo con l’arrivo della globalizzazione dei mercati.
Da una situazione in cui il mercato concedeva un modello individualista si è passati in poco tempo ad un contesto più ampio che richiede alle PMI la collaborazione.
Prendendo in esame le attuali sfide proposte dal nuovo modo di fare impresa come:
Ci accorgiamo come mostra il seguente grafico che le potenzialità di una rete di imprese siano assolutamente più ampie di quelle di una singola impresa.
Nel grafico si sono messe a confronto:
valutando per ciascuna delle sfide le potenzialità dei tre soggetti.
Il confronto come si può vedere è impari, e ciò è dovuto a diversi fattori che sono ben definiti nella seguente matrice.
Da questa tabella si evincono soprattutto due variabili fondamentali che sono la base del nuovo modo di agire e dell’adattamento richiesto dal cambiamento in atto: condivisione e collaborazione.
Il termine adattamento non viene usato a sproposito, in se ha una valenza estremamente attuale per creare i presupposti di una nuova ripartenza di una PMI. Non importa infatti quanto sia grande o forte un’azienda in questi anni, ma è fondamentale come sia capace di adattarsi ai mutamenti in atto del contesto in cui opera.
Lo spirito di adattamento del resto ha consentito alla nostra specie di mergere rispetto alle altre durante le evoluzioni del mondo in cui viviamo. Dimenticare questa nostra prerogativa vorrebbe dire mettere in dubbio la sopravvivenza. Ma sopravvivere non è la scelta migliore per una PMI se non è accompagnata da una chiara e ben definita visione del futuro cioè quale impresa si intende essere nel prossimo futuro.
Non è facile darsi un obiettivo se le idee sono poco chiare ed esseri soli questo esercizio diventa ancora più difficile. Se finora essere piccoli voleva dire autonomia, flessibilità, decisioni veloci e fiuto negli affari, oggi significa non avere le corrette economie di scala che consentono un mutamento coerente e organico a quanto ci viene richiesto dal mercato.
L’ingresso poi di tecnologie di networking quali internet e tutti gli strumenti ad esso collegati hanno abbattuto le frontiere, hanno avvicinato i mercati e le culture, hanno influenzato mutamenti sociali, hanno creato i presupposti per un veloce scambio di informazioni. Le informazioni che riceviamo giornalmente sono aumentate a dismisura e facciamo fatica a coglierle, a valutarle e a capirle. Non solo tutto ciò che pensavamo fosse di nostra solo conoscenza e quindi lo abbiamo protetto in qualsiasi maniera, oggi è di dominio comune. Tutto ciò corrisponde a perdere quel vantaggio competitivo che era il baluardo del nostro stare nel mercato. Il vantaggio competitivo esiste ancora, ma le azioni necessarie per mantenerle sono completamente diverse, richiedono un nuovo modo di presentarsi al mercato, di conoscere i prodotti concorrenti, di usare al meglio le nuove tecnologie a disposizione.
Tutto ciò ha un costo non solo economico, ma anche di crescita del proprio bagaglio di conoscenze e competenze per una nuova visione nel fare impresa.
Serve quindi affrontare diversamente la condivisione e la collaborazione. La seguente matrice CASB facilita il compito definendo le diverse aree di gestione a seguito dell’importanza data a questi due fattori.
Le quattro aree definiscono l’impostazione della strategia della PMI in base al suo approccio ai processi di collaborazione e condivisione. E’ interessante notare come l’evoluzione in atto stia spostando le PMI dall’individualismo all’aggregazione in Rete.
Capire e accettare questa evoluzione corrisponde ad un sforzo di apertura mentale. Del resto lo stesso Einstein diceva “La mente è come un paracadute, funziona solo se si apre”.