Un uomo si sente arrivato quando è non più curioso, ha scelto di restare nel suo confortevole mondo del passato vivendo il presente di ricordi. La curiosità è un aspetto che non lo riguarda più, la curiosità tende al futuro, richiede impegno, spinge alla valutazione, innesta la sfida. Tutto ciò si esprime in un senso di non governabilità di ciò che ci circonda e in una costrizione ad uscire dalla sfera di comoda tranquillità di ciò che è estremamente conosciuto.
Arrivare significa aver raggiunto una metà, qui nasce il paradosso. Se ho raggiunto una metà normalmente me ne pongo un’altra e quindi non arriverò mai ad un punto fermo, a meno che il mio punto fermo sia lo stop che mi impongo nel definire la prossima meta. Tre sono i casi in cui questo succede: la morte, l’ignavia ed infine l paura del futuro. La paura del futuro nasce dalle sue incognite, soprattutto quando queste incognite ci sembrano problematiche, impossibili da affrontare, richiedono una dose di rischio e si riflettono in un mare di incertezze.
Siamo in un momento storico dove alle certezze del passato si stanno sostituendo le incertezze del futuro, ciò che nel passato era bianco nel futuro lo vediamo nero. Nella storia non è però la prima volta che affrontiamo questa situazione, pensiamo alle guerre mondiali ad esempio. Ora siamo in una diversa guerra: quella economica finanziaria, quella dei mercati globali e a breve quella delle produzioni globali. Ma sono guerre od opportunità? Dipende da come le affrontiamo.
Certo affrontare una guerra richiede non solo buona strategia e tattica, ma richiede anche soldati, mezzi e armi. Indubbiamente questi sono dei costi che devono essere affrontati e richiedono investimenti. Se questa possibilità non mi è concessa come posso andare in guerra?
Questo dilemma fa crescere l’accidia, un peccato capitale non solo a livello religioso ma anche a livello imprenditoriale. Infatti è irritante vedere come ci sia un mondo esterno che sta cercando di proporre innovazione, soluzioni, mercati, progetti e finanziamenti e in contraltare notare l’indifferenza degli imprenditori. La curiosità ha ormai abdicato in favore della lamentela e delle giustificazioni. Siamo in difficoltà la colpa è dell’attuale sistema economico finanziario, se non cambia non è colpa nostra nel caso dovessimo chiudere i battenti. Aspettiamo che arrivi il salvatore che ci metta in condizione di ripartire.
Niente di tutto ciò accadrà, si tratta di abbandonare la logica dello struzzo che nasconde sotto la terra la testa pensando in tal modo di ripararsi completamente dal pericolo. C’è una sola soluzione prendere in mano il proprio destino. Nei prossimi anni la nostra azienda sarà esclusivamente il riflesso delle azioni che porteremo avanti nel presente. No azioni? No Party!
Da dove partire? Dal rispolverare la nostra curiosità, di confrontarci con ciò che ci viene proposto, nell’obiettare le opportunità ma nello stesso tempo rendere partecipi delle proprie necessità. Il peggior male è la solitudine. La solitudine non rende giustizia alla volontà di cambiare e di emergere. La curiosità è il motore dello sviluppo ed il confronto il suo carburante.
Cercate il dialogo con chi ha la volontà di aiutarvi, con chi ha le idee, con chi ha le competenze, con chi è disposto a valutare con voi le soluzioni più vicine alle vostre necessità. Siate curiosi e prendete a piene mani ciò che giornalmente vi viene proposto almeno per poterlo valutare.